Che i podcast fossero in crescita lo dicevano in tanti già nel 2019. I numeri, del resto, erano chiari: se a inizio anno si contavano circa 60.000 ascoltatori giornalieri, già a fine 2019 si parlava di 160.000 persone, mentre la media mensile passava da 1,8 milioni a quasi 4,5 milioni. Ai tempi, non ha certo stupito l’inserimento di questo formato nella classifica dei digital marketing trend del 2020.
Poi è arrivato il Covid-19, che ha tracciato una netta linea di demarcazione tra ciò che sembrava sul punto di decollare, ma poi non ce l’ha fatta, e quello che invece c’è riuscito.
Sì, perché i podcast, con il lockdown, non solo non hanno subito battute d’arresto, ma, al contrario, hanno visto una crescita negli ascolti considerevole e nel numero di nuovi utenti coinvolti anche nel nostro Paese, come riportato da Voxnest (proprietaria della piattaforma Spreaker) nel suo ultimo report di metà 2020.

Fonte: “2020 MID-YEAR PREVIEW The State of the Podcast Universe” – Voxnest
Dunque, di podcast sentiremo parlare ancora per un po’. Un bene? Un male? Se le aziende erano (e sono) ancora poco abituate a ragionare in tal senso, dovrebbero iniziare a mettersi nell’ottica. A dirlo sono i dati, che delineano un quadro chiaro di quello che prima era un “plus” (se ho tempo e se mi va) e ora dovrebbe diventare parte integrante del piano di comunicazione, oltre che degli editori, anche delle aziende.
Infatti, se fino allo scorso anno il podcast era appannaggio dell’utente mediamente giovane e istruito, oggi tocca un pubblico molto più ampio e con abitudini di consumo estremamente variegate. Infatti, che le categorie di podcast più cresciute durante il lockdown siano quelle legate all’intrattenimento, alla formazione e al self-improvement, implica lo spostamento da un pubblico di early adopters e innovatori a un panorama di consumers trasversale a diversi cluster sociodemografici.

Fonte: “2020 MID-YEAR PREVIEW The State of the Podcast Universe” – Voxnest
Detto, quindi, che il podcast è, e sarà, un ruolo di primo piano nel panorama media in Italia e nel mondo, un trend da solo non basta a fare la differenza. Ci sono questioni di cui occuparsi, se si vuole sfruttarne le potenzialità.
Pensa a ciò che interessa al tuo target
Aspetto molto importante da tenere in considerazione: gli utenti ricercano i podcast attivamente, sulla base di ciò che gli interessa. Va da sé che nella pubblicazione occorre non dimenticarsi di tag, keyword, hashtag e titoli che permettano al pubblico di trovare i nostri contenuti. Ma prima ancora, è necessario pensare al podcast aziendale esattamente come a una campagna di comunicazione articolata e strutturata, come già si fa (o si dovrebbe fare) per blog e social. Si tratta sempre di content marketing, no?
Occorre partire con le idee chiare, trasformare le tue buyer personas in ascoltatori, pensare a una pianificazione editoriale coerente e in linea con i tuoi obiettivi.
Diversamente, vale la solita regola della comunicazione: meglio non iniziare, se non preparati.
E a quando ti ascolterà
Il podcast si inserisce nel contesto del consumo non lineare dei contenuti che ha determinato, non a caso, anche il boom della tv on demand. In una società iperconnessa e abituata al “tutto e subito”, l’ascolto di podcast avviene principalmente in momenti di relax e anche in concomitanza con altre attività, non solo in mobilità e sul lavoro. Lo confermano anche i dati relativi ai device, con un +58% di utilizzatori da desktop, +32% da smartphone e tablet, +28% da TV e +11% da Smart Speaker e Smart Watch.
Quando realizzi il tuo podcast ragiona su questi aspetti e realizza contenuti che siano in linea con il momento in cui sarà ascoltato. Considerando che la mobilità, anche per lavoro, non è tornata ancora a pieno ritmo, decidi se vuoi fare una rubrica on-the-go o qualcosa di più adatto a un contesto anche casalingo.
Realizza una serie
Il 71% degli ascoltatori si approccia alle serie e il 30% le ascolta per intero. Una serie ti permette di trasmettere in maniera chiara i diversi temi che puoi voler affrontare e offrire agli ascoltatori un appuntamento fisso, paragonabile alle rubriche dei programmi televisivi.
Ad esempio, un brand di food potrebbe sviluppare una serie di audio ricette sui propri prodotti, intervistare degli chef su un tema specifico, coerente con lo storytelling aziendale, o ancora i produttori della propria filiera e le loro storie. Lo stesso vale per le aziende di servizio, che possono scegliere di raccontare case history, soluzioni, tecnologie e persone.
Promuovi il tuo podcast con le inserzioni pubblicitarie
Raggiungere più persone in target grazie all’advertising: come per tutti gli ambienti digitali, anche le piattaforme di podcast offrono questa opportunità. Se vuoi raccogliere i frutti di un’attività comunque impegnativa dal punto di vista del tempo e delle risorse, preparati a investire del budget per aumentarne la visibilità. Considerando che si stima un ricordo dei brand pubblicizzati attorno al 64% (Ipsos), sono soldi ben spesi.
Per chi poi non volesse imbarcarsi in un’avventura editoriale vera e propria, esiste anche la strada dell’advertising puro sfruttando i circuiti pubblicitari delle piattaforme podcast. Nel 2021 si stima il superamento del miliardo di euro di investimenti pubblicitari, visto l’interesse dimostrato da molte big industries, automotive in primis.
Corporate storytelling, lead nurturing, reputation: quali obiettivi ti poni per il tuo podcast aziendale? Parliamone.